giovedì, maggio 03, 2007
Incontri Fruscianti 2007, #12
5 maggio
«Io lotto per essere un giorno ciò che voglio. Non come mi vorrebbero i nostri teocrati e nemmeno come mi vogliono i vostri capi o i vostri intellettuali ma… come voglio io!»
Chi: Sergio Rozzi conversa con Ivana Trevisani
Cosa: "Primo - Omo" (ELM, 2006)
Quando: Sabato 05.05.07 ore 17.30 - Ingresso libero
Dove: Tuttolibri (030.2160342), Viale Sandro Pertini 1, San Zeno, Brescia
Perché: Un autore, le sue storie. Parole e molto altro...
Ama la radio il bresciano Sergio Rozzi (1967), per le stesse ragioni, suppergiù, che Eugenio Finardi dichiarò in un’antica canzone: «Le parole, attraverso il suono, raggiungono immutate chiunque in qualsiasi parte della terra. Le nuove tecnologie la vorrebbero superata, e invece conserva un fascino indistinto e misterioso, specie nelle ore notturne, se uno l’ascolta perdutamente sino alle prime luci dell’alba». La radio arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente. Sull’essere diretti potremmo ricevere, da Rozzi, più di una lezione probabilmente senza timore di stanchezza e noia né senza rischiare di cogliere mai, in lui, neppure l’accenno di atteggiamenti cattedratici.
Chiarezza e passione per l’approfondimento vengono a Sergio dalla militanza: venticinquenne, in un percorso di formazione che lo assorbe interamente, acquisisce, come collaboratore di alcune importanti testate cittadine (a cominciare da BresciaSet (1996) ultima costola del nucleo storico e cooperativo di BresciaOggi), i principi del giornalismo d’inchiesta. Contemporaneamente, collabora con altri periodici fra i quali Il Lunedì del Sebino ed a livello nazionale con Avvenimenti giornale dell’Altra Italia. Un periodo «d’isolamento dal mondo del giornalismo», secondo le sue parole, gli regala del tempo per riflettere ma non modifica l’approccio alla realtà, che emerge con forza in un’opera organizzata come serie di racconti. Nato con il titolo di Oltre la linea, ma giunto alle stampe come Primo - Omo, il lavoro di Sergio si colloca tra inchiesta e opera letteraria; affronta un tema che è oggi nell’occhio del ciclone, gli conferisce lo spessore della verità indagata e rappresentata con certosina pazienza, con lucidità, senza indietreggiare davanti a nulla. Le soluzioni narrative intervengono a dare sapore ad alcune storie raccolte né più né meno come confessioni dalla viva voce dei protagonisti e sulle quali non c’è intervento di ripulitura sul lessico né sulle durezze “di vita”, quali sono state mostrate da alcuni giganti della nostra letteratura. Se l’obiettivo è parlare liberamente, Sergio, attualmente direttore di un e-zine tematico sul giardinaggio, lo ha colto pienamente in questa prima opera rivelatrice di capacità di attenzione, di coraggio, di una raffinata ironia da cui si genera un effetto di “sfumato” per le tinte forti di quelle scelte di vita che un tempo si definivano “estreme”, ma che lo sono – fortunatamente – sempre meno.
Autrice di articoli in varie riviste specialistiche, Ivana Trevisani ha firmato un intervento nel collettaneo Fare pace dove c’è guerra (2003) e in Il bagaglio invisibile – Storie di vita e pratiche di mediazione interculturale (2004). Alla pubblicazione de Lo sguardo oltre le mille colline – Testimonianze dal genocidio in Rwanda ( Baldini Castoldi Dalai, 2004) ha fatto seguito Il velo e lo specchio - pratiche di bellezza come forma di resistenza agli integralismi (2006), in cui affiora una realtà perlopiù ignorata dagli occidentali: una pratica di resistenza politica delle donne musulmane fondata sulla cura della bellezza. Il fronte è duplice: se da un lato il mondo islamico le soffoca nel "velo" estromettendole da qualsiasi forma di potere sociale riconosciuto, dall’altro l’Occidente, attraverso il filtro del proprio "specchio", riesce a vedere soltanto quei veli da cui doverle liberare. Già sapienza antica e consolidata in gesti e rituali quotidiani, la bellezza eleva lo spirito e il pensiero salvando dall’immiserimento dell’anima e dall’abbrutimento del corpo, ma si oppone alla negazione dell’identità femminile restituendo la donna alla sua consapevole unicità. Confidenze, denunce, semplici racconti di vita quotidiana affidati all’autrice nel corso di incontri e relazioni si intrecciano a frammenti letterari, cinematografici e teatrali invitano a un ascolto profondo, che apra, al di là di ogni pregiudizio e luogo comune, alla possibilità di un mondo dove le diversità culturali e spirituali non dividano, ma possano coesistere arricchendosi e comprendendosi tra loro. Psicologa psicoterapeuta con formazione antropologica, Trevisani svolge attività di formatrice all’estero, in fasi post-belliche, per progetti psico-sociali e con donne. Ha operato in Palestina, Vietnam, Rwanda, Kosovo e Iraq. In Italia è impegnata in ambito clinico, di formazione e di psicologia dell’emergenza. Collabora con associazioni, enti e organizzazioni non governative nazionali e internazionali, elaborando progetti rivolti a donne straniere, immigrati, profughi, richiedenti asilo.
Attiva in Brescia presso lo Studio Fornaci, Giuliana Geronazzo tradurrà nelle sue realizzazioni in vetro alcune suggestioni della pagina scritta. E sullo sfondo, l’impareggiabile cortesia di Franco Guindani, il libraio.
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